Le conquiste spaziali future: opportunità o conflitti?
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Le conquiste spaziali future:  opportunità o conflitti?

Le conquiste spaziali future: opportunità o conflitti?

di Guido Casavecchia, studente presso UniTo (Giurisprudenza)

Il 31 maggio 2020 è stato compiuto un passo storico per i viaggi nello spazio: per la prima volta dopo 9 anni sono partite delle persone dal suolo USA verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Inoltre, è stato il primo lancio con equipaggio effettuato da un privato (la SpaceX di Elon Musk).
In futuro aumenteranno le missioni spaziali realizzate non solo da Stati, ma anche in collaborazione con (o esclusivamente da) privati. Gli obiettivi non sono soltanto di ricerca scientifica, ma anche di sfruttamento economico, estrazione di materiali preziosi e turismo. Cosa ci aspetta? Un periodo di cooperazione globale o conflitti dall’esito incerto?

Cerchiamo di orientarci tra le più iniziative significative del prossimo futuro. Quest’anno la Cina invierà un rover sulla Luna e inaugurerà la prima missione su Marte, costruendovi una stazione orbitante. In estate la NASA lancerà sul “Pianeta rosso” un rover, dotandolo di un trapano per raccogliere rocce e analizzare la presenza di acqua liquida. Inoltre, a luglio, gli Emirati Arabi Uniti lanceranno nell’orbita di Marte un satellite.
Nel marzo 2021 la NASA terminerà il più grande telescopio presente nello spazio, permettendo di studiare la formazione delle galassie, la nascita delle stelle e valutare le proprietà chimiche dei corpi celesti.
Nel 2021 l’agenzia spaziale russa e Space Adventures effettueranno il primo volo turistico verso la ISS. L’India compirà le prime missioni spaziali con equipaggio della sua storia. A fine 2021 la NASA userà per la prima volta Space Launch System (erede dello Space Shuttle). Si tratta del primo test del progetto “Artemis III” per riportare l’Umanità sulla Luna entro il 2024.
Nel 2022 SpaceX lancerà la sua prima missione verso Marte, preparandosi al primo viaggio umano nel 2024. Nello stesso anno l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) farà decollare la JUpiter ICy moon Explorer, che arriverà nel 2030 nell’orbita di Giove. Studierà il gigante gassoso e le sue lune ghiacciate. I satelliti del pianeta sono fra i corpi celesti in cui sarebbe possibile la vita. Inoltre, la Cina ultimerà la costruzione della Stazione Spaziale Cinese, base per future missioni umane sulla Luna.
Nel 2023 SpaceX effettuerà il primo volo in orbita lunare con un passeggero. La NASA lancerà i primi due componenti del Lunar Gateway, stazione orbitante che permetterà di scendere sul suolo del nostro satellite. Inoltre, l’ESA inaugurerà un progetto per identificare i meteoriti diretti verso la Terra con settimane di anticipo, costituendo il primo progetto di difesa planetaria.
Nel 2024 (dopo 52 anni) torneremo sulla Luna con la missione “Artemis III”. La NASA porterà un equipaggio (fra cui la prima donna su un altro corpo celeste) vicino al Polo Sud lunare, per verificare la possibilità di ottenere risorse e acqua. Inoltre, partirà una missione giapponese verso Phobos, una delle lune di Marte. La Cina, invece, inizierà una missione per estrarre risorse da asteroidi e comete.

Questa florida e rapida evoluzione nelle missioni spaziali è frutto dell’intraprendenza economica e di ricerca scientifica delle diverse Nazioni, ma soprattutto di singole compagnie private. Oltre agli indubbi vantaggi futuri (in termini di conoscenze e prospettive di sviluppo per la comunità internazionale e la disponibilità di risorse eventualmente estraibili da altri pianeti) credo, però, che potrebbero presentarsi alcune problematicità.

In primo luogo, molti studiosi del diritto internazionale (branca essenziale per regolamentare anche giuridicamente, oltre che scientificamente, le “conquiste” spaziali), lamentano che determinate innovazioni e l’intraprendenza delle industrie private porranno nuove sfide giuridiche che non erano prevedibili pochi anni fa. Il Trattato che regola la materia (“Trattato sulle norme per l’esplorazione e l’utilizzazione, da parte degli Stati, dello spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti”, Londra, 1967) potrebbe essere messo a dura prova da alcune controversie giuridiche, economiche e geopolitiche ancora tutte da scoprire.
Secondo il Trattato, lo Spazio, la Luna e gli altri corpi celesti non possono essere oggetto di appropriazione né di Stati né di privati. Tale divieto di appropriazione dei corpi celesti non fa venir meno, però, la proprietà privata (ad esempio) di un satellite lanciato da uno Stato. Lo Stato, però, non potrà rivendicare la proprietà del corpo celeste su cui, eventualmente, avrà collocato queste strumentazioni.
Viceversa, il Trattato stabilisce la piena libertà d’uso e di esplorazione dello Spazio, inclusa la Luna e gli altri corpi celesti. I giuristi, però, si pongono dei dubbi riguardo i limiti di tale libertà. Ad esempio, la costruzione di una base sulla Luna potrebbe equivalere all’occupazione del terreno sottostante? L’estrazione di risorse da un piccolo asteroide o il suo completo consumo, non equivalgono forse alla sua appropriazione?

In secondo luogo, l’intraprendenza dei soggetti privati è spesso un motore di florido sviluppo e di innovazione in numerosi campi. Vi potrebbero, però, essere interessi contrastanti. Le loro (eventuali) istanze di volersi muovere in un regime economico e giuridico più favorevole, non dovrebbero ad esempio far venir meno controlli diretti sulla loro affidabilità. Nei delicati equilibri geopolitici ed economici della “conquista allo spazio” (per decenni terreno di sfida tra sole Nazioni), si aggiungeranno ulteriori attori privati forse addirittura più influenti di quelli pubblici.
E’ auspicabile, dunque, istituire (o rafforzare) organismi sovra e intra-nazionali che siano deputati al mantenimento di una linea di sviluppo comune e pacifica nella “corsa allo spazio”, anche per prevenire o risolvere controversie tra i soggetti coinvolti. Ciò, nel panorama europeo, è perfettamente compiuto dall’ESA.

Infine, la delicatezza degli ecosistemi e degli ambienti dei corpi celesti meritano adeguate misure scientifiche precauzionali per evitare di comprometterli, nel corso tempo, a causa delle nostre attività di ricerca o sfruttamento economico. Ciò, però, potrebbe scontrarsi con differenti interessi meno propensi al rispetto di tali istanze “ambientalistiche”.

In conclusione, il campo delle missioni spaziali sarà uno dei futuri terreni di incontro/scontro geopolitico ed economico mondiale tra differenti attori, e come tale non scevro da potenziali controversie, le quali si spera possano trovare punti di equilibrio al più presto in un’ottica di prevenzione di tali problematiche.

iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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