giovedì
25 AprL’ Enlargement dell’Unione Europea: lo studio del caso turco
di Fiorella Spizzuocco
Con la mia tesi di laurea mi sono posta l’obiettivo di studiare l’allargamento dell’Unione Europea. Analizzando questo fenomeno dal punto di vista storico e giuridico, ho poi deciso di concentrarmi sullo studio del peculiare caso della Turchia e del suo processo di candidatura a Stato Membro UE.
Nella prima parte del mio elaborato trova spazio una dettagliata trattazione storica, la quale mira ad illustrare le motivazioni che hanno portato la Turchia ad inoltrare la propria domanda di candidatura per la Membership UE la prima volta, nel 1987. Mentre il numero degli Stati Membri cresceva, si cominciava a sentir parlare di criteri di adesione e di acquis communautaire per indicare l’insieme di regole che tutti i paesi candidati dovevano necessariamente introdurre all’interno del loro sistema politico-giuridico affinché la loro domanda potesse essere considerata legittima.
Avanzando lungo una linea temporale costellata di eventi nazionali ed internazionali che hanno influenzato in maniera diversa le relazioni tra Ankara e Bruxelles, tratteggiando un ritratto delle rispettive società e le loro reazioni all’avvicinamento della Turchia all’Unione, ho scelto alcuni aspetti salienti che potessero aiutarmi a trovare le ragioni che hanno accelerato (o rallentato) il processo di Adesione e che, dal 2010, hanno addirittura sancito il congelamento dei Capitoli Negoziali aperti nel 2005.
Una parte del mio lavoro è stata dedicata allo studio approfondito su Sicurezza, Integrazione economica, Democrazia e Rispetto dei Diritti Umani. Il risultato delle mie riflessioni mi ha portato a dire che la resilienza del sistema economico turco è l’unica cosa ad aver spinto l’Unione Europea a non chiudere mai del tutto la porta alla Turchia. Per quanto concerne invece le due macro-aree della Sicurezza e della Democrazia e Diritti Umani, le mie osservazioni mi hanno portato a concludere che abbiano avuto un pesante e decisivo ruolo nello stallo raggiunto nel 2010.
La conclusione, dedicata all’analisi delle due sezioni dei Negoziati più controverse e delicate – “Stato di diritto e democrazia” e “Rispetto dei Diritti Umani e libertà fondamentali” –, mi ha permesso di evidenziare l’ambiguità talvolta riscontrata nell’atteggiamento delle Istituzioni europee nei confronti del vicino turco. Per quanto comportamenti equivoci da parte dell’UE siano stati rinvenuti in tutte le aree prese in esame nella mia tesi, non posso fare a meno di sottolineare che la firma dell’Accordo di cooperazione UE-Turchia nel 2016 abbia gettato un’ombra senza eguali sulla Commissione europea (a guida Junker) e sulle politiche migratorie dell’Unione. Anche se la svolta accentratrice e anti-democratica del governo Erdogan negli ultimi anni ha spinto l’Unione Europea a contrastare lo scongelamento dei Capitoli negoziali, non ha impedito l’entrata in vigore del tanto criticato Accordo del 2016, il quale sta per compiere tre anni e non cessa di preoccupare gli osservatori internazionali, il mondo accademico e l’opinione pubblica.
iMille.org – Direttore Raoul Minetti
[…] *pubblicato sulla rivista iMille […]